giovedì 30 aprile 2020

STEP#12 - NEL PENSIERO MEDIEVALE

"Il lavoratore si prenderà un lungo riposo al mattino; buona parte del giorno sarà trascorsa prima che venga al suo lavoro; poi deve fare colazione, come se non l’avesse fatta alla sua ora solita o altrimenti ci sono musi lunghi e mugugni; quando scocca l’ora abbandonerà il suo carico in mezzo alla strada e qualsiasi cosa stia facendo l’abbandonerà al suo stato, anche se molte volte si è guastata prima che torni; non può trascurare il suo pasto, qualsiasi pericolo incomba sulla sua opera. A mezzogiorno deve fare la pennichella, poi la sua bevutina nel pomeriggio, che consuma gran parte del giorno; e quando a sera arriva l’ora, al primo tocco dell’orologio getta i suoi arnesi e lascia il lavoro in qualsiasi stato o necessità si trovi."
 James Pilkington, Vescovo di Durham, circa 1570
   

-----POST DA COMPLETARE-----

sabato 25 aprile 2020

STEP#11 - LAVORO DURANTE L'EMERGENZA


La  Costituzione Italiana identifica nel lavoro il fondamento della nostra Repubblica democratica, la quale infatti “riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto” (Art. 4, C.).
Questo perché l’attività lavorativa è da sempre un elemento caratterizzante della nostra società, che ne  ha seguito l’evoluzione storica, adattandosi e trasformarsi a seconda dei diversi contesti ed epoche.
E non a caso anche in questo periodo storico, durante una pandemia globale, la parola d’ordine, a fianco a “salute”, continua ad essere proprio “lavoro”. È dunque indispensabile che esso si esplichi in modalità diverse da quelle convenzionali, per rispettare le nuove esigenze e i nuovi standard di sicurezza.
Ecco come dipendenti e liberi professionisti di tutt’Italia, e non solo, si sono ritrovati catapultati nel mondo dello “smart working”, qualificato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali “una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato caratterizzato dall'assenza di vincoli orari o spaziali e un'organizzazione per fasi, cicli e obiettivi, stabilita mediante accordo tra dipendente e datore di lavoro; una modalità che aiuta il lavoratore a conciliare i tempi di vita e lavoro e, al contempo, favorire la crescita della sua produttività”.
Questa definizione, contenuta nella Legge n. 81/2017, pone l'accento sulla flessibilità organizzativa, sulla volontarietà delle parti che sottoscrivono l'accordo individuale e sull'utilizzo di strumentazioni che consentano di lavorare da remoto, con l’obiettivo di rappresentare questo nuovo modo di produrre come l’unico, in un futuro nemmeno così remoto.
La stessa cosa fa l’Osservatorio del Politecnico di Milano descrivendo il “lavoro agile” come "una nuova filosofia manageriale fondata sulla restituzione alle persone di flessibilità e autonomia nella scelta degli spazi, degli orari e degli strumenti da utilizzare a fronte di una maggiore responsabilizzazione sui risultati”.

Il lavoro intelligente si presenta quindi come un'ottima misura, oggi per ridurre i rischi, economici e sanitari, domani per favorire un’ottimizzazione della produttività, maggiormente conciliabile con esigenze familiari, sociali e personali.
Tuttavia la pratica ha fatto in fretta a smentire le belle parole delle definizioni teoriche; lo sostiene Open, che in un articolo scrive: "questa forma di lavoro, non si può definire smart working perché manca l’elemento essenziale che caratterizza il “lavoro agile”: la libertà di scegliere come alternare il posto, le modalità, gli strumenti e il tempo di lavoro."
Lo “smart worker”, cui era stata promessa una maggiore discrezionalità nella gestione di tempi e luoghi di lavoro, si ritrova in momento a dover lavorare sempre: l’utilizzo della messaggistica istantanea, la comunicazione attraverso contatti personali (che sarebbero dovuti restare tali), l’assenza di fasce orarie di disponibilità predefinite, costituiscono una gabbia che intrappola il lavoratore, alienandolo e causandogli ansia e stress costanti,  che lo allontanano sempre più proprio dalla famiglia e da se stesso
Ad essere penalizzati maggiormente, come si può facilmente immaginare, sono i precari e i giovani (ma non solo) che lottano con le unghie e con i denti verso un contratto a tempo indeterminato, e proprio in loro sta nascendo una nuova consapevolezza che li porta a rivendicare il proprio diritto alla disconnessione.   
Insomma, il tentativo di oggi può però essere un inizio per un modo innovativo di lavorare in futuro, ma è necessario rivedere il concetto di fondo in un’ottica più favorevole nei confronti proprio dei protagonisti assoluti in questo campo.

Allego gli articoli da cui ho tratto le mie considerazioni sul tema:


martedì 21 aprile 2020

STEP#10 - CINEMA


"Il film dei fratelli Lumière mostra un ampio gruppo di operai, per la maggior parte donne, al momento dell'uscita dalla fabbrica Lumière a Montplaisir, alla periferia di Lione. L'edificio, situato al n° 25 di rue Saint Victor (successivamente ribattezzata rue du Premier Film), è stato demolito nel 1970, ma il capannone rappresentato nella scena è stato risparmiato. Classificato monumento storico nel 1995 e restaurato alla fine degli anni 90, l'Hangar du Premier-Film ospita la sala cinematografica dell'Istituto Lumière[2]."

Emblema della nascita della società industriale imperniata sul lavoro. 

lunedì 20 aprile 2020


LUNCH ATOP A SKYSCRAPER

E' una fotografia in bianco e nero, scattata nel 1932, che ritrae un gruppo di anonimi operai seduti su una trave sospesa nel vuoto a 260 metri di altezza, intenti a consumare il proprio pranzo in relax, come se niente fosse.









Questo video del TIME ripercorre la storia dietro questo scatto iconico:
https://youtu.be/7QCYDzsQ_yM

Fonte: artibune.com

martedì 14 aprile 2020

STEP#09 - IL QUARTO STATO





Il quarto stato, 1901Giuseppe Pellizza da Volpedo , Museo del Novecento di Milano.


domenica 12 aprile 2020

STEP#08 - DIALOGHI DI PLATONE

Platone, Apologia di socrate 

"Per finire, andai dagli artigiani (cheirotechnes): [22d] io stesso, infatti, ero consapevole di non sapere quasi nulla, ma avevo avuto modo di apprendere che li avrei trovati esperti in molte cose belle.E in questo non mi ero ingannato, perché essi sapevano cose che io non sapevo e così erano più sapienti di me. Tuttavia, cittadini ateniesi, mi sembrò che anche gli artigiani bravi incorressero nello stesso errore dei poeti: ciascuno di loro, dal momento che lavorava bene nell'ambito della sua arte(techne), si stimava molto esperto anche in altre importantissime questioni e questa stonatura tendeva a nascondere la loro sapienza. [22e] Allora interrogai me stesso, per conto dell’oracolo, chiedendomi se preferissi essere come sono io, né sapiente alla loro maniera, né ignorante al loro modo, oppure come sono loro. E risposi a me stesso e all'oracolo che mi andava bene essere come sono."
( Paragrafo VIII, Apologia di Socrate, Platone)

Da questo passo dell’Apologia di Socrate si evince che il lavoro identifica un uomo e se quest’uomo poi è bravo ed esperto in ciò che fa, la sua considerazione sociale aumenta, tanto più quanto maggiore è la sua abilità.
Tuttavia se il lavoro identifica un soggetto per contro non lo esaurisce, e perciò essere esperto in una professione non lo rende saggio in tutti gli altri campi.

sabato 11 aprile 2020

STEP#07 - POESIA E LAVORO

Ai miei obblighi, di Pablo Neruda

Compiendo il mio mestiere
pietra con pietra, penna a penna,
passa l’inverno e lascia
luoghi abbandonati,
abitazioni morte:
io lavoro e lavoro,
devo sostituire
tante dimenticanze,
riempire di pane le tenebre,
fondare di nuovo la speranza.

Non è per me altro che la polvere,
la pioggia crudele della stagione,
non mi riservo niente
ma tutto lo spazio
e lì lavorare, lavorare,
manifestare la primavera.

A tutti devo dar qualcosa
ogni settimana e ogni giorno,
un regalo di colore azzurro,
un petalo freddo del bosco,
e già di mattina sono vivo
mentre gli altri si immergono
nella pigrizia, nell’amore,
e sto pulendo la mia campana,
il mio cuore, i miei utensili.

Ho rugiada per tutti.

STEP#12 - NEL PENSIERO MEDIEVALE "Il lavoratore si prenderà un lungo riposo al mattino; buona parte del giorno sarà trascorsa prima...