STEP#06 - LA CHIAVE A STELLA
La chiave a
stella (1978) di Primo Levi è uno dei pochissimi testi letterari italiani
dedicati al lavoro manuale. Racconta il mestiere di un operaio specializzato in
grandi costruzioni in acciaio, Libertino Faussone che, insofferente verso i
reparti industriali, si impiega come montatore nei cantieri sparsi in tutto il
mondo.
A causa del
boom economico da una parte e dalle proteste operaie dall’altra, il tema del lavoro
era stato centrale tra gli anni Sessanta e Settanta, soprattutto riguardo il
tema dell’alienazione dell’operaio. L’opera si discosta nettamente dalla
narrativa industriale dell’epoca; infatti il protagonista è emblema di un
orgoglio operaio che trova il suo coronamento nella capacità di lavorare fuori
dalla fabbrica. La storia di Libertino può essere intesa quindi sia come
risposta al “rifiuto del lavoro”, che animava i movimenti giovanili, sia come
simbolo del declino della lotta proletaria e della produzione fordista.
«Faussone trova il suo riscatto nella professionalità, non
nella lotta di classe» afferma D. Meneghelli a proposito dell’opera.
L’etica del lavoro si coniuga all’epica del lavoro e viene
evocata da Levi attraverso la citazione di un passo tratto dal Tifone di
Joseph Conrad: “…l lavoro costringe
l’uomo a una sfida aperta con gli elementi della natura, siano essi le molecole
delle vernici con cui si confronta il chimico, gli enormi tralicci da montare
in mezzo al mare dell’operaio specializzato o le costruzioni di parole da
“mettere in bolla” sulla pagina dello scrittore.”
“Se si escludono gli istanti prodigiosi e singoli che il destino ci può donare, l’amare il proprio lavoro (che purtroppo è privilegio di pochi) costituisce la miglior approssimazione concreta alla felicità sulla terra: ma questa è una verità che non molti conoscono.”da: La chiave a stella il romanzo di Primo Levi pubblicato nel 1978.
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