lunedì 6 aprile 2020

STEP#06 - LA CHIAVE A STELLA


La chiave a stella (1978) di Primo Levi è uno dei pochissimi testi letterari italiani dedicati al lavoro manuale. Racconta il mestiere di un operaio specializzato in grandi costruzioni in acciaio, Libertino Faussone che, insofferente verso i reparti industriali, si impiega come montatore nei cantieri sparsi in tutto il mondo.

A causa del boom economico da una parte e dalle proteste operaie dall’altra, il tema del lavoro era stato centrale tra gli anni Sessanta e Settanta, soprattutto riguardo il tema dell’alienazione dell’operaio. L’opera si discosta nettamente dalla narrativa industriale dell’epoca; infatti il protagonista è emblema di un orgoglio operaio che trova il suo coronamento nella capacità di lavorare fuori dalla fabbrica. La storia di Libertino può essere intesa quindi sia come risposta al “rifiuto del lavoro”, che animava i movimenti giovanili, sia come simbolo del declino della lotta proletaria e della produzione fordista.
«Faussone trova il suo riscatto nella professionalità, non nella lotta di classe» afferma D. Meneghelli a proposito dell’opera.

L’etica del lavoro si coniuga all’epica del lavoro e viene evocata da Levi attraverso la citazione di un passo tratto dal Tifone di Joseph Conrad: “…l lavoro costringe l’uomo a una sfida aperta con gli elementi della natura, siano essi le molecole delle vernici con cui si confronta il chimico, gli enormi tralicci da montare in mezzo al mare dell’operaio specializzato o le costruzioni di parole da “mettere in bolla” sulla pagina dello scrittore.”



“Se si escludono gli istanti prodigiosi e singoli che il destino ci può donare, l’amare il proprio lavoro (che purtroppo è privilegio di pochi) costituisce la miglior approssimazione concreta alla felicità sulla terra: ma questa è una verità che non molti conoscono.”

da: La chiave a stella il romanzo di Primo Levi pubblicato nel 1978.


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